mercoledì 18 luglio 2012

Post triste ma felice

Luca è nato con una piccola malformazione ai piedini, lieve al dx e un pò più grossa al sinistro. Il piede destro aveva il metatarso piegato mentre il sinistro è risultato essere un piedino torto di terzo livello, il più grave.
All'ospedale non mi è sembrata una cosa così grossa. Il piedi li vedevo, li aveva quindi nella mia ignoranza pensavo che sarebbero andati a posto, magari anche da soli, o comunque con massaggi, fasciature o manipolazioni. Lo stesso giorno in cui è nato Luca una mamma ha partorito un bimbo con il labro leporino, quindi mi sentivo sicuramente molto più fortunata. Non ho pianto.
Il neonatologo ci ha subito indirizzati verso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
E così fissato l'appuntamento, con Luca di 19 giorni, siamo andati a Bologna.
Pensavo di dover fare solo una visita ortopedica e poi valutare il da farsi, sono partita serena, sono tornata con un bimbo di 19 giorni con entrambe le gambe ingessate.
E' stato forte. Fortissimo.
Non capivo cosa stava succedendo, il medico che mi spiegava, che toccava i piedi, le lacrime che mi scendevano imperterrite, Luca che piangeva.
Ho pianto per un ora seduta su una poltroncina con in braccio lui che tenevo strettissimo, quasi per non fargli sentire quel peso. Sono risalita in macchina in uno stato quasi di shoc.
Ho pianto quel giorno e il giorno dopo.
Piangevo al telefono, non volevo parlare con nessuno.
La prima cosa che ho pensato è stata la costrizione per Luca, il non poter muovere le gambe, le infermiere che mi avevano detto che non sentiva male, che avrebbe sopportato i gessi in due giorni, il peso che doveva portare.
La seconda cosa è stata la mia libertà. Mi sono vista rinchiusa in casa, in estate, con il caldo e un bimbo con due gessi alle gambe. Non riuscivo a tenerlo in braccio bene, a cambiarlo con calma.
Il terzo giorno ho smesso di piangere. Mi sono detta che poteva bastare. Avevo già pianto a sufficienza.
Mi sono rimboccata le maniche, Luca non piangeva più, ho ripreso in mano la mia vita. Ho ripreso ad uscire, ad andare a prendere Alice all'asilo, mi è tornato il sorriso e la voglia di andare avanti serenamente.
Lo stavamo facendo per lui diversamente non avrebbe potuto camminare, non avrebbe potuto vivere una vita normale. Sicuramente lui non si sarebbe ricordato dei gessi, del sacrificio. Meglio ora che a un anno!
Il percorso che stavamo iniziando si chiamava "metodo Ponseti" e consisteva nell'applicazione di una serie di gessi cambiati ogni settimana fino ad arrivare a far portare al bimbo un tutore a completamento della terapia.

Ora Luca ha quasi compiuto due mesi, pesa 7 kg ed è lungo 64 cm. Ha messo tre gessetti alla gamba dx ed è libero da metà giugno; ora porta una tutorino-scarpina. Il 10 luglio lo hanno operato al tendine della gamba sx in anestesia totale (e anche questa è stata una prova per una madre veramente veramente forte) e forse per i primi di agosto terminerà anche i gessi alla gamba sx iniziando a portare il tutore.

E' dura, è difficile, ma nulla in confronto al bene che una madre vuole ai propri figli.

Supereremo anche questo insieme; la nostra famiglia è forte e ce la farà!!

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